Il suo adorato nipotino vuole diventare un’icona per la moda inclusiva, far capire che nonostante i disagi oggettivi, non bisogna mai mollare. Lui esempio per tutti soprattutto è il motore per la sua dolce nonna e tutta la sua Famiglia.
……E’ stata una giornata emozionante essere su un set, scattare foto e a breve “essere modello e promuovere un grande brand di abbigliamento di lavoro. Grazie a Pubblipoint Battipaglia ed il suo art Director Diego Vasso e la grande professionista Barbara di Maio per gli scatti fotografici…..ma ecco come si racconta Ale:
Sono un ragazzo come tutti gli altri, solamente con qualche “particolarità” che mi ha permesso di definirmi unico. La vita mi ha messo a dura prova fin da quando ero piccolo: avevo 4 anni quando mi fu diagnosticata una sordità bilaterale (in particolare all’orecchio sinistro). In seguito, ho subito due importanti operazioni chirurgiche, perché i medici scoprirono un tumore benigno (un colesteatoma) che si stava poggiando sulla mandibola. All’inizio non è stato per niente facile. All’età di 5 anni ho indossato per la prima volta le protesi, esteticamente molto grandi, che però mi hanno permesso di sentire finalmente tutto ciò che accadeva attorno a me.
Ci fu un momento molto bello che accadde all’asilo, quando tornai dal Bambin Gesù di Roma, ospedale in cui sono da sempre in cura, e dissi alla mia maestra: “le mie orecchie parlano”. Nel frattempo ho iniziato un lungo, ma importantissimo percorso di logopedia. Crescendo ero consapevole di essere indietro rispetto agli altri, ma con tanta forza, determinazione, e soprattutto, grazie ad una delle persone più importanti della mia vita, la mia logopedista Viviana, sono riuscito finalmente a parlare bene, come riesco a fare oggi.
Le protesi ormai erano diventate le mie compagne di vita, non le ho mai rifiutate, le ho sempre viste come una parte naturale del mio corpo, ma allo stesso tempo sono stato, a causa di esse, oggetto di bullismo. Alle elementari venivo preso in giro sentendomi dire parole che andavano come un colpo di pistola dritto al cuore come” sordo” o “Amplifon”. Quel periodo è stato molto difficile, ma sono riuscito a superarlo grazie all’aiuto della maestra, della mia famiglia e dello sport.
Sono molto grato alla vita che nonostante le sfortune, abbia conosciuto dei veri e propri eroi e sono: tutti i medici, gli infermieri e i chirurghi del Bambin Gesù, il mio audioprotetista, il dottor Comparone e la mia logopedista Viviana, senza di loro non avrei pronunciato una parola e fortunatamente rispetto purtroppo ad altre persone sorde, io non ho la voce da sordastro e, per questo, mi reputo un vero miracolo della natura.
Il periodo dell’adolescenza l’ho vissuto molto bene: ho solo ricordi belli, perché ormai mi ero costruito una corazza in grado di proteggermi. Frequentavo le discoteche dove ho fatto anche il PR, ho viaggiato molto, ho continuato a studiare avendo tantissime soddisfazioni e mi sono anche innamorato un paio di volte. Tutto ciò che fanno i ragazzi della mia età.
Questa gioventù è stata interrotta all’improvviso quando, durante una semplice visita di routine, il mio oculista ha notato qualcosa di strano. Mi sono ritrovato dopo vari accertamenti nel reparto Telethon malattie rare della retina. Mi hanno diagnosticato una malattia rara degenerativa visiva: la Sindrome di Usher di tipo 2, collegata alla sordità. È una lotta che tutt’oggi sto combattendo, ha conseguenze gravi, porterà alla cecità e ad oggi sono quasi ipovedente e in assenza di luci e al buio non vedo più.
ALE E’ UN GRANDE SOGNATORE, UN RAGAZZO SPECIALE, BELLO, DINAMICO E CORAGGIOSO MA SOPRATUTTO UN ESEMPIO DI FORZA E DETERMINAZIONE.
Ti auguriamo una vita ricca di arcobaleni da vivere “INDOSSANDO” sempre il tuo meraviglioso sorriso.
W i Sogni!